Per le bollette del gas vi è un’unica tariffa nazionale regolata dal Garante per l’energia elettrica e il gas. Molti fornitori, dopo la liberalizzazione del mercato, hanno iniziato a fare sconti e piani tariffari differenti. Vi sono, pertanto, due tipologie di mercati: il primo è il mercato con tariffe dette di “Maggior Tutela” ovvero tariffe stabilite dal Garante per l’energia elettrica e il gas, mentre coloro che aderiscono al libero mercato decidono il prezzo che vogliono applicare all’erogazione del gas e generalmente restano bloccate per il consumatore per uno o due anni. Il cliente può scegliere l’operatore in base alla tariffa che più si avvicina alle sue esigenze.
Quali vantaggi per il consumatore? Le tariffe di “Maggior Tutela” risentono del prezzo di mercato, chi sceglie questa tipologia di contratto ovviamente risente di queste variazioni sulla bolletta. Le tariffe del Libero Mercato sono naturalmente competitive e ciò va a vantaggio del consumatore ma nella misura in cui spesso il prezzo bloccato è più basso di quello della Maggior Tutela.
Vediamo ora quali sono i costi reali di una bolletta del gas. La prima voce che compare è la tipologia di fornitura di cui il consumatore usufruisce. In questo caso il tipo è T1, ovvero una fornitura per l’uso della cucina e dello scaldabagno. La seconda voce è il Coefficiente M che sta ad indicare la zona climatica e l’altitudine della località in cui si trova il cliente. Importante è anche il PCS ovvero il Potere Calorifico Superiore che varia di anno in anno e rappresenta la capacità del gas di produrre energia termica. L’energia prodotta dal gas viene espressa in Gigajoule, generalmente le tariffe vengono espresse in euro/GJ o in euro/metro cubo. Passiamo ora alla parte della bolletta del gas che recita: Dettaglio Consumi. Il primo punto da sottolineare è quello composto dalla Lettura Presunta e dalla Lettura Letturista. La prima è il consumo stimato dall’erogatore in base alle letture precedenti. La Lettura Letturista è quella effettiva rilevata da un addetto alle dipendenze dell’erogatore. Una volta all’anno o ogni sei mesi (dipende dall’erogatore) viene effettuato un conguaglio, ovvero una fatturazione a saldo che permette di far coincidere la Lettura Presunta con la Lettura Letturista. Nella sezione denominata Dettaglio Costi vi sono diverse voci, vediamole. La Quota Distribuzione comprende tutti i costi relativi al servizio di misura, l’installazione degli impianti e la manutenzione dei contatori, la registrazione dei dati di misura e gli interventi di natura commerciale. Inoltre comprende i costi di conguaglio, i costi delle reti e alcuni oneri. Si suddivide in Quota Fissa e Quota Variabile. La prima viene definita per ciascun ambito tariffario, ovvero l’area geografica dove vengono applicate le stesse tariffe di distribuzione e misura (gli ambiti sono sei). La Quota Variabile varia in funzione della quantità di gas consumata ed è differenziata per otto scaglioni di consumo.
Nel caso della bolletta del gas che vi proponiamo come esempio, il titolare ha un consumo suddiviso in due fasce: la prima fino a 12 metri cubi con tariffazione a zero e la seconda sopra i 12 metri cubi con tariffazione a 0,167 euro cent. La Quota Vendita è relativa ai costi di vendita al dettaglio e rappresenta circa il 4,5% della bolletta del gas. È costituita da una Quota Fissa Vendita uguale per tutti i fornitori e da una Quota Variabile Vendita legata ai consumi del cliente finale. C’è poi la componente relativa alla Commercializzazione all’Ingrosso ovvero tutti i costi per l’acquisto della materia prima che rappresentano circa il 35% del costo totale della bolletta del gas. Questa tariffa è sensibile agli aumenti delle quotazioni internazionali degli idrocarburi, l’aggiornamento trimestrale da parte dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas. Le Quote di Stoccaggio coprono di costi di immagazzinamento del gas che viene conservato in depositi sotterranei e poi prelevato per soddisfare le richieste. Tale componente rappresenta l’1,5% del totale della bolletta del gas. La Quota Trasporto e Vendita invece, è relativa ai costi della vendita al dettaglio e ai costi di trasporto, ovvero all’utilizzo dei gasdotti della rete nazionale. La somma dei due costi incide sulla bolletta del gas per un totale del 10%. Infine vi sono le imposte. Esse comprendono l’Accisa, l’Addizionale Regionale e l’IVA. L’Accisa è diversificata per due macro aree: Centro Nord e Centro Sud stabilite ai sensi del D. Lgs n.26 del 2 febbraio 2007. Essa varia anche sulla base di quattro scaglioni di consumo: 0-120, 120-480, 480-1560, oltre i 1560 metri cubi. Poi ci sono le tasse regionali determinate da ogni regione e l’IVA al 20%. Le imposte rappresentano il 39% della bolletta del gas. Come visto le voci di costo sono molteplici e comprendono tutte le componenti relative ai consumi ma anche ai servizi che permettono al consumatore di usufruire della fornitura del gas naturale.